Il chicco di grano: Gv 12,20,33 Questo vangelo ci introduce nel mistero della Pasqua di Gesù, dalla prospettiva tipica del quarto vangelo, sviluppando sette concetti o immagini: (1) Il simbolo del “chicco di grano” (v.24) esprime in forma viva come la morte di Gesù sfocia nella gloriosa fecondità della risurrezione. (2) L’antitesi “perdere la vita per guadagnarla” (v.25) è l’espressione radicale con la quale Gesù presenta il mistero della sua morte, per amore ai suoi e come fonte di vita nella storia dell’umanità. (3) L’Ora (v.27) è un concetto teologico di Giovanni che si riferisce alla morte di Gesù intesa come parte del piano di salvezza di Dio. L’intero ministero e tutta la predicazione di Gesù si dirigono verso “l’Ora”, cioè verso la croce, che è allo stesso tempo umiliazione e gloria, passaggio dalla morte alla vita. (4) La glorificazione (v.28) è il termine che Giovanni usa per parlare della morte e della resurrezione di Cristo: il Padre mostra la sua gloria, cioè mostra il suo potere salvifico a favore degli uomini, in Cristo crocifisso, presenza eterna della gloria divina. (5) L’elevazione – esaltazione della croce evoca la crocifissione di Gesù nella sua materialità dolorosa e nella sua condizione di gloria, come forza d’amore che attrae tutta l’umanità al Salvatore: “Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (v.32). (6) La voce dal cielo (vv.28-30) è il segno della presenza del Padre nel dramma del dolore del Figlio, che assicura agli uomini la salvezza nel loro cammino di morte e di gloria. (7) Il “giudizio” definitivo del male (v.31) evoca il paradosso della croce: precisamente lì dove sembrano trionfare le forze tenebrose, il mondo, il dominatore di questo mondo è sconfitto ed espulso fuori. Cristo crocifisso è il giudice e il re che vince il male per sempre. |